Chitarra Gennaro (I) Fabricatore, Napoli 1823


Nel periodo di transizione durante il quale la chitarra andava assumendo le sue forme definitive, si può attribuire alla scuola dei liutai Napoletani ed in particolare ai Fabricatore il merito di essere stati i primi a produrre chitarre nel nuovo stile: esacorde e con l’odierna accordatura.

Quella dei Fabricatore è stata una famiglia attiva a Napoli per circa due secoli. Molteplici sono i personaggi appartenenti ad essa che nel corso di più di un secolo hanno operato nel campo musicale, come stampatori di musica ma essenzialmente come costruttori di strumenti: chitarre e mandolini “napoletani”.

Giovanni Battista (1745-1824) ha svolto la sua attività tra la fine del Settecento ed i primi anni del secolo successivo, costruendo specialmente mandolini e chitarre. La sua principale caratteristica costruttiva, spesso ripresa in seguito da altri membri della famiglia, è l’aumento dell’altezza delle fasce (generalmente di circa 2 cm) che determina una leggera inclinazione tra la tavola armonica ed il fondo dello strumento (come nello strumento in mostra). L’aspetto estetico dei suoi strumenti è sempre molto raffinato ed impreziosito con uso di materiali pregiati quali tartaruga, madreperla, avorio e con decorazioni sulla cassa intorno al ponticello.
Gennaro (1°) (1770-1844),della cui vita poco si conosce, ha lasciato numerosi strumenti, chitarre o Lyre, che oggi sono presenti in molti musei; Gennaro (2°) (1800-1853) figlio di Gennaro (1°) ha lavorato a Napoli costruendo principalmente chitarre. Possiamo attribuire gli strumenti all’uno o all’altro in base ai diversi indirizzi delle loro botteghe che troviamo sui cartigli.

E’ importante citare anche altri esponenti, di minore importanza, che con loro opera hanno comunque contribuito alla tradizione liutaria della famiglia: Vincenzo, nato probabilmente a Napoli intorno al 1750; il figlio Pietro, attivo nella capitale partenopea dalla fine del Settecento e Raffaele, che ha costruito chitarre per tutta la prima metà dell’Ottocento.

Le peculiarità costruttive più evidenti che caratterizzano lo strumento in mostra e forse più in generale la liuteria a Napoli tra Settecento ed Ottocento sono: la forma della cassa ad otto allungato; la leggerezza veramente sconcertante (appena 850 gr.); le fasce alte e leggermente rastremate verso il manico; la lunghezza del diapason, notevole per il periodo (65 cm); i tasti che dopo il dodicesimo sono collocati sulla cassa come nelle chitarre più antiche. Tutti questi elementi coniugati alla ricercatezza estetica delle decorazioni ed all’utilizzo di materiali pregiati, rendono questi strumenti ancora molto legati alle prassi costruttive barocche.
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